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Giovedì 27 marzo 2025 | Ore 15:00
Ex Cappella – Villa San Saverio, Via Valdisavoia 9 (CT)

GIANRICO CAROFIGLIO – Scrittore, ex magistrato ed ex politico italiano

Gianrico Carofiglio è nato a Bari. È stato a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata. Nel 2007 viene nominato consulente della commissione parlamentare antimafia e dal 2008 al 2013 è senatore della Repubblica.

Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole (Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, Premio Rhegium Julii, Premio Città di Cuneo, Premio Città di Chiavari), creando il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, protagonista dei romanzi Ad occhi chiusi (2003, Premio Lido di Camaiore, Premio delle Biblioteche di Roma e “Miglior noir internazionale dell’anno 2007” in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti), Ragionevoli dubbi(2006, Premio Fregene e Premio Viadana 2007, Premio Tropea 2008), Le perfezioni provvisorie (2010, Premio Selezione Campiello), La regola dell’equilibrio (2014), La misura del tempo (2019, finalista Premio Strega 2020) e L’orizzonte della notte (2024).

Il maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio è il protagonista di un’altra serie di romanzi: Una mutevole verità (2014, Premio Scerbanenco), L’estate fredda (2016) e La versione di Fenoglio (2019).

I libri di Gianrico Carofiglio, con sei milioni di copie vendute, sono tradotti o in corso di traduzione in tutto il mondo. L’orizzonte della notte (2024) è il nuovo titolo della serie con protagonista Guido Guerrieri. Elogio dell’ignoranza e dell’errore (2024)  è il suo saggio più recente.

L’evento ricade nell’ambito del progetto SAFI3 – Sinergie per orientare e promuovere un’Alta Formazione Innovativa, Interdisciplinare, Internazionale – Avviso 594 del 26-04-2024_Codice progetto: SSU2024-00003 – CUP SSC: E62B24000380001

ABSTRACT

Il primo significato della frase è che gli errori ci umanizzano, ci rendono simpatici agli altri esattamente come l’avere sempre ragione ci rende piuttosto odiosi.
Il significato più profondo però è che gli errori ci rendono amabili con noi stessi.
Significa che accettare l’idea che sbagliare non è una catastrofe ma un passaggio fondamentale del processo di apprendimento, di soluzione dei problemi, di cambiamento del mondo, costituisce una forma di pacificazione con noi stessi. Il riconoscere presunti difetti e zone d’ombra è un passaggio fondamentale per quella che Jung chiama integrazione. Un modo per diventare persone migliori”.