Venerdì 5 luglio | Ore 20:00
Villa San Saverio, Via Valdisavoia 9 (CT)

Prof. Maurizio Prato – Accademico dei Lincei

Attualmente Ikerbasque Research Professor presso il CIC biomaGUNE di San Sebastián, Spagna. Ha iniziato la sua carriera come ricercatore al Dipartimento di Chimica Organica dell’Università di Padova nel 1983, spostandosi poi all’Università di Trieste nel 1992. Ha svolto attività di ricerca presso la Yale University e la University of California, Santa Barbara. È stato Professeur Invité presso il Dipartimento di Chimica dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, presso l’Università di Namur, in Belgio, presso l’ISIS, Università di Strasburgo e presso l’Università di Mons. Ha avuto due lauree Honoris Causa (Università di Roma Tor Vergata e Università del Salento) e un dottorato Honoris Causa (Universidad de Castilla-La Mancha, in Spagna). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia d’Oro Giulio Natta della Società Chimica Italiana, lo Smalley Award, l’ACS Nano Lectureship, e, più recentemente, l’E-MRS 5-year Materials Impact Prize, della European Materials Research Society. Nel 2024 gli è stata assegnata la Medaglia Piria della Società Chimica Italiana. Ha ottenuto due prestigiosi finanziamenti ERC Advanced, è stato nominato socio dell’Accademia dei Lincei nel 2010, dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, della European Academy of Sciences, della Academia Europaea, della National Academy of Inventors, USA, e socio straniero della Reale Accademia delle Scienze spagnola. È Honorary Professor presso la Xi’an Jiaotong University, Xi’an, Cina. Le sue ricerche si concentrano sulla preparazione di nuovi materiali funzionali per applicazioni nella scienza dei materiali e nella nanomedicina, come la riparazione del midollo spinale, la produzione di idrogeno dall’acqua e la riduzione dell’anidride carbonica in sostanze chimiche utili.

ABSTRACT

Che strano ignorare completamente tutte le restrizioni che abbiamo vissuto durante la pandemia! Ora sembra che quegli anni non siano mai esistiti! Tuttavia, se la situazione è tornata alla normalità, lo dobbiamo ai vaccini che sono stati sviluppati rapidamente grazie a tecnologie altamente innovative. Infatti, soprattutto negli ultimi decenni, la scienza ci ha abituato alla rapida risoluzione di problemi anche complessi, come l’ampia diffusione del COVID-19. La soluzione di problemi particolarmente difficili richiede un notevole impegno da parte della comunità scientifica, con approcci multidisciplinari e strumenti moderni, frutto di anni di ricerca e sviluppo.

Tuttavia, i problemi non sono tutti risolti, e alcuni non sono sempre risolvibili dalla scienza. Pensiamo alle guerre, alla fame nel mondo, ai diritti umani e alla povertà. Tuttavia, alcune questioni, in particolare quelle riguardanti la salute e l’ambiente, possono e devono essere affrontate e risolte dalla ricerca scientifica.

In questo intervento discuteremo di come la chimica possa svolgere un ruolo fondamentale nella nostra società. In particolare, descriveremo un approccio originale al trattamento della riparazione delle lesioni nervose. Abbiamo utilizzato nanotubi di carbonio in combinazione con polimeri modellabili per ricollegare i nervi interrotti. Sebbene la nostra ricerca non abbia ancora portato a una soluzione clinica, ha aperto nuovi e interessanti orizzonti sulle possibili soluzioni.

Parleremo anche di energia. Lo sfruttamento dei combustibili fossili ha causato danni significativi al nostro pianeta e queste risorse non sono infinite. Esistono già tentativi di affrontare il problema dell’approvvigionamento energetico con fonti alternative, come il fotovoltaico. Un’alternativa promettente è la produzione di idrogeno dall’acqua, un processo noto come scissione dell’acqua. Tuttavia, questo processo è attualmente molto costoso in termini di costi di produzione. Per affrontare questa sfida, abbiamo sviluppato un nuovo sistema catalitico basato sulla combinazione di bisimidi di perilene e poliossometallati. Questi componenti si dispongono in un sistema gerarchico supramolecolare guidato da forze elettrostatiche, offrendo nuove opportunità per la scissione biomimetica dell’acqua.