Giovedì 13 giugno | Ore 19:00
Odeion “Fiorenza Bonfiglio” Villa San Saverio, Via Valdisavoia 9 (CT)

Jarrusu. Perché e come morì Pasolini

di e con Giovanni Greco – Scrittore, attore e regista teatrale italiano

Laureato in lettere classiche presso la Sapienza e in regia presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’, specializzato in regia presso la Guildhall School of Music and Drama di Londra, dottore di ricerca in Filologia e Storia del Mondo Antico alla Sapienza con tesi sulla traduzione dei classici teatrali antichi, è attore, regista, traduttore (ha pubblicato, tra lʹaltro, Vuoti di T. Harrison con Einaudi nel 2008 e Afrodite del Mar Nero e altre poesie, Interlinea, 2014 e con Feltrinelli Antigone di Sofocle, 2013; Lisistrata di Aristofane, 2016; Alcesti di Euripide, 2019; Orestea di Eschilo, 2022). Ha al suo attivo molti testi (tra cui Teatri di pace in Palestina, libro e dvd, ed. manifestolibri nel 2005) e regie teatrali in Italia e all’estero; ha partecipato a convegni sul teatro antico in Italia e all’estero e come docente al progetto Babele promosso dal Ministero degli Esteri per l’insegnamento dell’italiano attraverso il teatro (Egitto, Cipro, Argentina, Messico, Brasile, Etiopia). Ha pubblicato diversi articoli sul teatro antico e sulla sua fortuna nel teatro moderno con particolare riferimento alla figura di Pier Paolo Pasolini e ha curato con A.M. Belardinelli, Antigone e le Antigoni. Storia forme fortuna di un mito (Mondadori 2010) e con Marco Ramazzotti Argilla. Storie di terra cruda (Artemide 2011).

Ha curato il numero monografico di rivistatradurre.it sulla traduzione del teatro (2013).

Il primo aprile 2014 ha presentato il suo primo lungometraggio La casa di Bernarda Alba. Appunti per un film in collaborazione con Gianluca Riggi e il Centro Teatro Ateneo della Sapienza. A settembre 2022 il suo cortometraggio Il sorriso di Cassandra è ospite del Pigneto Film Festival. Ha inoltre coordinato la direzione artistica del Teatro del Lido di Ostia dal 2003 al 2008, finanziato dall’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma. Ha curato per il progetto Theatron‐Teatro antico alla Sapienza traduzione, regia e messa in scena di Antigone di Sofocle (2008/2009), Baccanti di Euripide (2009/2010), Medea di Euripide (2010/2011) e Lisistrata di Aristofane (2011/2012).

Dall’a. a. 2013/2014 insegna Recitazione in versi presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ e presso i due Master in drammaturgia e critica giornalistica dell’Istituzione. Insegna Teatro inglese al Master in traduzione e sottotitolaggio di audiovisivi dell’Università degli Studi Internazionali di Roma e Drammaturgia dell’attore in un laboratorio presso il Dams di Romatre.

Il suo romanzo Malacrianza, già vincitore del Premio Italo Calvino 2011, è stato finalista al Premio Strega 2012 e al Premio Viareggio 2012. Del 2014 è il suo secondo romanzo L’ultima madre (Feltrinelli Indies), che ha vinto i premi Lucca e Subiaco 2015. Nel numero di Ottobre 2016 di Poesia esce Ai 300 morti davanti alle coste di Lampedusa all’interno della sezione Canti per i senza patria. Il terzo romanzo L’evidenza del 2019 è finalista al Premio Procida. Nel maggio 2022 è uscito il quarto romanzo Bruciare da sola (Ponte alle grazie).

ABSTRACT

Ancora Pasolini. Ancora vita morte e miracoli pasoliniani post mortem: conversioni e confessioni, dimenticanze e ritrovamenti, bugie e deviazioni. Cercando un montaggio diverso dello stesso girato esistenziale, delle tre piste nere che lo avrebbero alternativamente portato alla morte (quella dell’omosessualità morbosa e notturna, quella dell’eversione nera e fascista, quella del petrolio e della morte di Mattei), evocando l’infinita persecuzione giudiziaria (33 processi in 25 anni), frutto dell’oscenità delle sue opere. 

Per arrivare a mettere al centro il corpo del poeta morto/vivo già in vita e vivo/morto a quasi cinquant’anni dalla morte. Un corpo che richiama altri corpi martoriati, altri morti senza giustizia esposti a una consunzione di parole oltre che di tempo. Altri corpi di poveri cristi adagiati tra le braccia senza forza di madri incredule e raggelate come statue della Pietà, come Madonne bestemmiate dalla mediocrità del buon senso comune, dall’ipocrisia del quieto vivere, dalla connivenza tra l’orrore e la malafede.