Quarta tappa di #Percorsi_SSC: intervista a Emanuele Pecora
Quarto appuntamento con Percorsi_SSC la rubrica dedicata agli Alumni della Scuola Superiore di Catania: abbiamo intervistato Emanuele Pecora, organizzatore di TEDxCatania, il format di conferenze multidisciplinare più famoso al mondo. Oggi lavora presso il U.S. Department of Energy (DOE).
TEDxCataniaSalon – Conto alla Rovescia è stata la prima occasione per il pubblico TEDx di rincontrarsi dopo la pausa dovuta alla pandemia. L’entusiasmo era tanto dopo il successo di TEDxCatania. Che impatto ha un evento TEDx nel nostro territorio? E ancor di più che impatto ha avuto oggi tornare a confrontarsi di persona in pieno spirito TEDx?
Nel febbraio 2020 tutto il team di volontari che organizza #TEDxCatania (per lo più allieve, allievi, ex-allieve ed ex-allievi della Scuola Superiore di Catania) stava lavorando a pieno regime per l’organizzazione di un nuovo evento in cui ci aspettavamo centinaia di persone di pubblico. Ovviamente l’insorgere della pandemia COVID ha fermato tutti i nostri piani. Abbiamo pensato a lungo alla possibilità di fare un evento interamente online, ma abbiamo deciso che non fosse la cosa giusta da fare. Abbiamo aspettato il momento giusto in cui poter fare un evento in presenza, seppur con tutte le precauzioni e limitazioni del caso.
Gli eventi TEDxCatania sono pensati e organizzati come un’opportunità, uno spazio, un momento per mettere al centro le idee innovative, per mettere in moto un movimento di idee che ha come scopo principale quello di migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda, a partire dalla nostra comunità locale - Catania. Non è un caso che la Scuola Superiore di Catania con i suoi allievi ed ex-allievi sia il motore di questi eventi. La missione della SSC è quella di formare le menti migliori che gestiranno la nostra comunità nei prossimi anni. Quale modo migliore se non quello di diventare tramite TEDxCatania una vetrina delle idee più innovative e in grado di inspirare, in un contesto di condivisione e scambio!
Nei tuoi canali social scrivi "I strongly believe in the give-back idea". Cosa ti ha dato Catania? Cosa ti ha dato il tuo percorso di formazione in Fisica all’Università degli Studi di Catania e alla SSC?
La mia formazione a Catania con la Laurea e il Dottorato in Fisica, a cui si è aggiunto il percorso della Scuola Superiore di Catania, è stata fondamentale per raggiungere la posizione e il ruolo che ho adesso. Il Dipartimento di Fisica catanese e il gruppo di ricerca in cui ho lavorato sono riconosciuti tra i migliori al mondo, e mi hanno permesso di avere una formazione competitiva. In aggiunta, la Scuola Superiore di Catania, con la sua natura interdisciplinare, è stata fondamentale per allargare i miei orizzonti: la combinazione di corsi avanzati nel mio settore disciplinare e corsi interdisciplinari mi hanno consentito di contaminare la mia formazione con i saperi e le basi di discipline apparentemente distanti, ma che, in realtà, sono fondamentali per formare una persona a tutto tondo, per poter affrontare le sfide dei prossimi decenni.
E non voglio dimenticare il valore della residenzialità nel contesto della Scuola Superiore di Catania. Vivere tutti i giorni in un contesto ricco e stimolante, con studentesse e studenti di tutti i corsi di laurea aiuta ad aprire la mente e ad arricchirla con una diversità di esperienze, percorsi, storie, e ambizioni.
La Scuola Superiore di Catania è stata la prima tappa di un percorso che ti ha portato in giro per il mondo: hai svolto attività di ricerca prima alla Boston University e poi alla Stanford University. In base alla tua esperienza, qual è il valore aggiunto di un percorso accademico di respiro internazionale?
Credo che sia fondamentale per chiunque, qualsiasi siano le proprie ambizioni e le proprie passioni, avere un’esperienza di studio e di lavoro internazionale. Il nostro mondo è globale: le informazioni, le conoscenze, le opportunità viaggiano su strade che incrociano tutte le nazioni. Non importa se alla fine si sceglie di vivere e lavorare in Sicilia, a Milano, in Europa, negli Stati Uniti, o in Asia. Ciò che importa è conoscere culture diverse, capire cosa funziona bene e cosa non funziona all’estero, quali sono i punti di forza del nostro territorio e quali le cose da cambiare. Lo si può fare solo aprendo i propri orizzonti e tessendo una rete di contatti personali che travalichi i confini geografici e si estenda quanto più possibile sia nello spazio che tra le diverse discipline e settori professionali.
Oggi lavori presso il U.S. Department of Energy (DOE). Racconta di cosa ti occupi agli studenti prossimi alla scelta del percorso universitario.
Una delle sfide che ci accomuna tutti è quella legata al cambiamento climatico. Ne iniziamo a vedere le conseguenze già adesso ed è fondamentale agire in maniera veloce e audace per provare a cambiare rotta. Gli Stati Uniti d’America si sono posti come obiettivo una transizione equa e sostenibile per tutti ad un sistema elettrico senza emissioni di CO2 entro il 2035 ed un sistema energetico senza emissioni di CO2 entro il 2050. Si tratta di obiettivi ambiziosi che richiedono sforzi enormi in ricerca, sviluppo, dimostrazione e installazione di nuove tecnologie. Io mi occupo di definire le strategie, l’assegnazione di fondi, e la gestione di progetti di ricerca e sviluppo nel campo del solare. Lavoro in maniera diretta con decine di piccole e grandi aziende e università per sviluppare le tecnologie e l’ecosistema necessario per generare innovazione (nuovi pannelli più efficienti e meno costosi, nuovi processi manifatturieri, nuove tecnologie per integrare sempre più energia solare nel nostro sistema elettrico…) e fare in modo che i benefici di queste tecnologie siano accessibili a tutti e non solo a chi se li può permettere.
E, infine, qual è il tuo augurio alle future matricole?
Ampliate i vostri orizzonti.Perseguite le vostre passioni e le opportunità che vi si presenteranno. Date sempre il meglio di voi stessi e non smettete mai di migliorarvi e di guardarvi attorno con curiosità e interesse.
Uno dei rischi maggiori quando si comincia un percorso universitario è quello di chiudersi nel proprio settore disciplinare e pensare che il successo dipenda dall’essere i massimi esperti in un settore. In realtà, l’innovazione e la creatività avvengono sempre all’intersezione tra più discipline. Sebbene le conoscenze tematiche siano fondamentali, sforzatevi di coltivare interessi disparati, di trovare i campi inesplorati e le opportunità tra fisica ed economia, tra giurisprudenza e biologia, tra lettere e informatica.
Non smettete di seguire i vostri interessi e sfruttate gli anni universitari non solo per studiare e formarvi, ma anche per fare esperienze, per diventare leader, per sporcarvi le mani. Tutte le esperienze che farete vi renderanno unici e vi daranno la possibilità di creare percorsi e strade finora inesplorati.
E non smettete mai di creare e condividere le idee degne di nota!