La Corte Penale Internazionale: Storia - Struttura - Mandato. Riflessioni critiche e prospettive future

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Mercoledì 20 maggio 2015 – 21:00
Scuola Superiore di Catania
Aula Magna, Villa San Saverio

Relatore: Cuno Tarfusser
Giudice della Corte Penale Internazionale dell’Aia

Presenta e modera:
Anna Maria Maugeri
Ordinario di Diritto Penale
Università di Catania

Saluti:
Francesco Priolo
Presidente Scuola Superiore di Catania

ABSTRACT: Nell’estate del 1998 circa 150 nazioni hanno concluso a Roma un Trattato per l’instaurazione della prima Corte Penale Internazionale, il c.d. Statuto di Roma, che si fonda sulla volontà di restaurare il ruolo e l’autorità del diritto contro quelle tragiche forme di violazione dei diritti umani rappresentate dai crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, i genocidi, come quelli che hanno insanguinato la storia degli ultimi anni del secolo scorso nell’ex Yugoslavia e in Ruanda, e che continuano a mietere vittime in paesi come la Repubblica Democratica del Congo, il Kenya, il Sudan/Darfur, la Libya, il Mali, l’Uganda, la Costa d’Avorio, la Repubblica Centroafricana: le più gravi aggressioni contro i diritti umani, che provengono da autorità riconosciute e in situazioni di conflitto sia internazionale, sia interno. “La piena affermazione di un diritto punitivo della Comunità internazionale su tutti gli individui colpevoli dei più gravi crimini contro la pace e la sicurezza del genere umano” è stata consacrata nello Statuto di Roma, così affermando la necessità di quel “diritto internazionale penale”, per lungo tempo negata e oggi reclamata dal “sentimento giuridico degli individui e dei popoli”. Lo Statuto è la consacrazione di un lungo cammino del diritto internazionale penale che ha visto un momento fondamentale nei processi dinanzi i tribunali di Norimberga nel secondo dopoguerra e, in particolare, dinanzi il Tribunale Militare Internazionale di Norimberga, che, insieme a quello di Tokio, affermano il rifiuto dell’assunto positivistico che il diritto internazionale si applica solo agli Stati e stabiliscono che gli individui possono essere responsabili per i crimini di diritto internazionale e possono essere personalmente condannati per questi crimini, aprendo la strada all’affermazione e al consolidamento della norma sulla responsabilità penale internazionale dell’individuo. Alla base del principio della responsabilità personale si afferma l’idea che, come sancito nella storica sentenza del Tribunale di Norimberga, «i crimini sono commessi da uomini, non da entità astratte, e soltanto punendo gli individui che commettono tali crimini si può dare effettivamente attuazione alle previsioni del diritto internazionale. La vera essenza della Carta [di Norimberga] è rappresentata dall’affermazione del principio che gli individui hanno doveri internazionali che trascendono gli obblighi nazionali di obbedienza imposti dal proprio Stato. Colui che viola la legge di guerra non può ottenere l’immunità perché agisce in conformità alle disposizioni del proprio Stato, se lo Stato nell’autorizzare delle azioni agisce al di fuori della sua competenza in base alla legge internazionale».
Il Giudice Tarfusser, dopo aver percorso a grandi passi la storia del diritto penale internazionale dai processi di Norimberga allo Statuto di Roma, spiegherà come e perché nasce ed entra in funzione la CPI, per poi illustrarne la struttura e alcune delle specificità e caratteristiche sostanziali e processuali. Il tutto alla luce della sua esperienza di, ormai da oltre sei anni, giudice alla Corte.

Tarfusser

 

Per informazioni: Dott.ssa Maria Sanfilippo - E-mail: maria.sanfilippo@ssc.unict.it - Tel: 0952338526