Il Cinema a Scuola - Un cinema che apre nuovi orizzonti

Liliana Cavani

Giovedì 19 marzo 2015, ore 17.00
Scuola Superiore di Catania
Aula Magna, Villa San Saverio

Incontro con Liliana Cavani
Un cinema che apre nuovi orizzonti
Proiezione del film “I cannibali” (1970)

Saluti:
Giacomo Pignataro
Rettore Università degli Studi di Catania

Francesco Priolo
Presidente della Scuola Superiore di Catania

 

 

Intervengono:
Liliana Cavani
Regista

Italo Moscati
Regista, giornalista e scrittore

Fernando Gioviale
Università degli Studi di Catania

Introduce:
Lina Scalisi
Coordinatore del “Laboratorio di Cultura e Nuovi linguaggi”
Scuola Superiore di Catania

Una primavera di grande cinema. Il 19 marzo alle ore 17.00 presso la Scuola Superiore dell’Ateneo catanese, Liliana Cavani incontrerà gli studenti e la città per discutere insieme di un suo grande film: "I cannibali" (1970). Ispirato ad un classico della tragedia greca – l’Antigone di Sofocle – il film racconta, con fantasia e intensità, il grande tema della “libertà” in un’Italia percorsa dalle tensioni e dalla rabbia generazionale.
Superando anguste prospettive storiche, la libertà narrata dalla Cavani è fatta di visioni e non di sogni; di immagini e sentimenti, non di conclusioni; di sguardi e comportamenti esigenti, non di approdi consolatori. La "libertà" non come utopia quindi, ma come traguardo che cambia di continuo, fascino e meta; e che chiede idee e passione.
L’evento è il primo di un ciclo intitolato “Il cinema a Scuola” che avrà come secondo appuntamento l’incontro con il cinema di Roberto Andò.

SPEAKER'S BIO: Laureata in Lettere e autrice di un cinema politico rivoluzionario nel suo genere, Liliana Cavani inizia la sua carriera di regista realizzando tra il 1960 e il 1966. una lunga serie di servizi televisivi di forte impatto (La storia del Terzo Reich, L’età di Stalin, Gesù mio fratello, La casa in Italia). Del 1966 è anche il suo primo lungometraggio, “Francesco d’Assisi”, girato ancora per la tv e di due anni dopo il “Galileo”, ancora un’opera per la televisione ma poi vietata ai minori e mai messa in onda probabilmente per le accuse esplicite al potere oppressivo delle gerarchie cattoliche.
Dopo “I Cannibali “ (1970) e “L’ospite” (1971), film estremamente duri verso alcuni aspetti della società italiana, Liliana Cavani realizza nel 1974 “Milarepa”, ambientato in Nepal, e “Il portiere di notte”, storia dell’ambiguo rapporto tra un ufficiale delle SS e una giovane deportata, che scatena le polemiche dei moralisti. Polemiche che accompagneranno nel 1977 “Al di là del bene e del male”, e poi “La pelle”, film tratto dall’omonimo romanzo di Curzio Malaparte che sarà però accolto favorevolmente dalla critica e candidato alla Palma d’Oro al Festival di Cannes. Un percorso “rivoluzionario” quello della regista che la porterà nuovamente a scontrarsi con il pubblico cattolico con “Interno berlinese” (1985). Lo stesso pubblico che, qualche anno più tardi, accoglierà invece con entusiasmo l’uscita di Francesco, la nuova biografia del santo realizzata nel 1989, che tratteggia in modo realistico l’umanità del santo e rievoca con violenza e disperazione la miseria e la sofferenza di una vita spesa in nome dell’amore e della dedizione agli altri. Ma saranno due film per Rai Fiction che porteranno di nuovo la Cavani nelle case degli italiani: De Gasperi (2005) e Einstein (2008); fino al recentissimo Francesco (2014), segno di un forte relazione intellettuale tra la Cavani e il santo dei poveri.

 

Per informazioni: Dott.ssa Maria Sanfilippo - E-mail: maria.sanfilippo@ssc.unict.it - Tel: 0952338526