Percorsi_SSC: intervista a Vittorio Turco
Nuovo appuntamento con Percorsi SSC, la rubrica dedicata ai nostri Allievi/e e Alumni/ae, intervistiamo oggi Vittorio Turco, allievo della Scuola Superiore di Catania, iscritto al I anno del Corso di Laurea in Fisica all’Università degli Studi di Catania.
1. La tua esperienza universitaria è iniziata a Catania, ma hai conosciuto la Scuola Superiore di Catania in una delle tante iniziative che l’ha vista coinvolta. Raccontaci la tua esperienza e rivelaci come e perché sei arrivato alla SSC
Ho conosciuto la Scuola Superiore di Catania al Festival delle Scuole di Eccellenza Universitarie ma non soltanto in quell’occasione. Conoscevo soltanto la Scuola Normale di Pisa, poi, tramite un mio conoscente e amico, ho scoperto dell’esistenza anche delle strutture di Padova e Catania in quanto Scuole Superiori. Parlandone con lui, soprattutto alla luce delle tante pubblicazioni scientifiche e della buona reputazione del Dipartimento di Fisica di Catania, ho capito subito il potenziale della SSC.
Durante il Festival ho incontrato, seppur a distanza, alcuni Allievi della SSC davvero molto convincenti: ho trovato molto onesto e franco il loro racconto di vita alla Scuola.
2. Tu non sei siciliano ma romano. Cosa ti ha portato da Roma a Catania?
Secondo me, per quanto riguarda Fisica e - in generale - il percorso accademico, la Scuola Superiore di Catania dà una spinta incredibile a tutti i suoi Allievi. Credo sia una combinazione di fattori: la possibilità di aver affiancato un Tutor universitario dal II anno, il modo di risiedere attivamente presso Villa San Saverio e la possibilità di confrontarsi giornalmente con chi ha già superato quel problema o dato quell’altra materia. Pensavo anche che la Scuola fosse un’opportunità che non avrei potuto avere altrove, quindi, stereotipi a parte, ho preso questa decisione con sicurezza.
Certo, la scelta di andare a studiare più a sud di Roma e in una città più piccola non è stata ben vista da tutti, ma solo qui ho potuto trovare un’istituzione superiore che abbraccia tutto il mio studio, offrendomi molte esperienze di stage e ricerca all'estero e la possibilità di risiedere in un luogo provvisto di sala lettura, palestra e campo polivalente, aule studio e tanto verde. Inoltre, a parità di bravura e visione di interesse, qui conosco giorno per giorno studenti che stanno pubblicando, facendo ricerca con il tutor o lavorando già in laboratorio. Riesco anche ad immaginare cosa potrei fare dopo la laurea, cosa potrebbe tornarmi utile per gli anni futuri o, più semplicemente, quali potrebbero essere le mie opportunità (concrete e verificate) con una laurea in Fisica.
3. Sei ancora molto giovane e la tua esperienza universitaria è ancora all’inizio, ma quali pensieri credi di aver già maturato rispetto al luogo e alle persone con le quali vivi?
Inizialmente ero abbastanza spaventato dalla competizione che ci sarebbe potuta essere tra gli Allievi, ma sin da subito ho capito che la comunità è uno dei suoi punti di forza: gli altri Allievi non sono competitors, ma rappresentano degli amici e dei colleghi con cui confrontarsi e superare insieme gli ostacoli tipici di un percorso universitario. Questa Scuola ha un non so ché di magico: dà a tutti l’opportunità di vivere insieme, riuscendo a migliorare di molto la qualità di vita anche di quelle persone un po’ più timide o introverse. Parlando con altri 100 allievi, oltre allo scambio e al dialogo, sono valorizzati anche i caratteri delle singole persone che, comunque, man mano cambiano e maturano.
4. Quale credi sia il valore aggiunto della Scuola Superiore di Catania?
Oltre a quanto già detto, i corsi interni e l’intento interdisciplinare posto alla base di ogni sua attività sono sicuramente i punti di forza della SSC.
Indiscutibile è poi anche il valore umano che la Scuola assicura: in residenza cresciamo tutti insieme e si percepisce proprio - a partire dalla governance sino a noi - la voglia di aiutarci, di esserci. Guardando gli allievi e le allieve della SSC, continuo a ritrovare me stesso: tra noi non siamo molto distanti o diversi, a maggior ragione stando già sperimentando un modo per raggiungere i nostri obiettivi accademici e non.
5. Su cosa dovrebbero basarsi, secondo te, le future matricole dovendo scegliere un corso di laurea o dovendo valutare il concorso di ammissione per una Scuola d’eccellenza?
Occorre innanzitutto fare una buona analisi di sé e di cosa potrebbe piacere in termini di materie e di studio: è fondamentale che la scelta sia ponderata e in linea rispetto alle proprie passioni e aspirazioni. Fatto questo, scegliere di partecipare ad un concorso di ammissione per una Scuola di eccellenza è solo il passo successivo, sempre che si voglia scommettere su se stessi e sul proprio talento.
Importante è anche guardare la situazione nell’ottica di chi dovrà assumermi un giorno (Cosa potrebbe volere il mio capo? Cosa si aspetterebbe da me?) e cercare di maturare una formazione e un’esperienza a 360° aperta, fluida, interdisciplinare, curiosa e dinamica.