Percorsi_SSC: intervista all'ex allievo Andrea Cordaro

Oggi la rubrica degli Allievi e delle Allieve, Percorsi SSC, ospita Andrea Cordaro, Alumnus della Scuola Superiore di Catania, oggi Dottore di ricerca in Physics presso il Center for Nanophotonics di Amsterdam (The Netherlands). Negli ultimi anni, oltre ad aver frequentato anche i gruppi di ricerca del Texas, di New York e di Philadelphia, ha collaborato a fianco del prof. Polman per l’analisi, la costruzione e lo studio di particolari nanostrutture utilizzate in campo computazionale e fotovoltaico.

1. Hai da poco concluso un percorso di Dottorato, quali tipo di conclusioni e considerazioni puoi trarre dall’esperienza appena fatta?

Rispetto ai problemi che la scienza e - più nello specifico - la Fisica presuppongono, l’esperienza del Dottorato mi ha insegnato a trovare da me le soluzioni del caso, ad inventare con creatività delle altre possibili strade per aggirare l’ostacolo. In questo senso, il progresso non è mai così lineare, piuttosto si va più per step e tentativi: è per questo motivo che trovo adatto questo percorso solamente a quelle persone che riescono facilmente a resistere alla frustrazione e allo stress continui. Nonostante questo, rifarei la stessa scelta altre volte perché, da sempre, diventare ricercatore è stato il mio sogno.

2. Per uno studente di Fisica, è fondamentale continuare a fare ricerca. In questo, secondo te, quanto è stata importante la Scuola Superiore di Catania?

La Scuola Superiore di Catania induce naturalmente al fare ricerca. Il suo setting presenta la ricerca come una naturale continuazione degli studi e delle possibili specializzazioni rispetto al proprio oggetto di ricerca. Proprio grazie al suo ambiente altamente stimolante, infatti, ho iniziato a frequentare laboratori sin dai primi anni universitari per curiosità, disponibilità e passione per la scienza.

Per me è stato fondamentale seguire anche altri corsi, oltre a quelli previsti dal mio corso di laurea, pensati dalla Scuola Superiore di Catania: alcuni andavano a completare la mia formazione universitaria, altri invece erano più variegati e interdisciplinari.

Oltre a questo, non posso non citare almeno altre due opportunità avute per il tramite della Scuola Superiore di Catania: l’avere un Tutor didattico tra i professori e i ricercatori dell’Università di Catania, che assistono costantemente gli Allievi nel loro percorso formativo favorendone il precoce avvio all’attività di ricerca, o l’essere affiancato da un Mentore tra gli Alumni della stessa SSC, ovvero un Allievo già diplomato ed esperto nel mio stesso settore.

3. Quali contributi senti di aver dato alla Fisica con le tue ultime ricerche?

Non ho sicuramente cambiato il mondo della Fisica (e non lo si può pretendere di cambiare con un percorso di Dottorato di alcuni anni), ma ho sicuramente compiuto qualche passo in avanti nel design, nella fabbricazione e nella misurazione di particolari nanostrutture che eseguono operazione matematiche per il tramite della luce. Su alcune scoperte siamo addirittura stati in anticipo rispetto ad altri gruppi di ricerca, oltre che piuttosto all’avanguardia se comparati agli studiosi degli anni ‘60-’70 che utilizzavano setup ottici molto più complicati e di grandi dimensioni. Oggi la tendenza è quella di predisporre dei setup molto più piccoli e facilmente adattabili al mondo del computer vision o della fotonica.

4. La Scuola Superiore di Catania non è arricchente soltanto dal punto di vista accademico. Quali possibilità credi ti abbia dato dal punto di vista umano e relazionale?

Dal punto di vista umano la Scuola ti permette di avere da un giorno all’altro fino a 60 nuovi amici in un solo colpo: entrando infatti a far parte della comunità della SSC, si entra a far parte di un gruppo di persone variegato ma sicuramente accomunato da scadenze, stress e obiettivi in ambito accademico-universitario. 

In un certo qual modo, l’esperienza della SSC ti cambia completamente la vita. Basti pensare anche alle cose più semplici e quotidiane, ad esempio l’andare a mensa e il sedere al tavolo con altri colleghi di altre discipline: la concentrazione di qualità delle persone con cui si entra a contatto ogni giorno è difficile da trovare altrove.

La Scuola Superiore di Catania mi ha dato sempre tanto, permettendomi anche di restituirle indietro quanto nelle mie possibilità attraverso la partecipazione attiva a tutte le sue attività: ricordo ancora l’esperienza del primo TEDxSSC, la volta della Startup Academy o ancora quando realizzai direttamente il logo dell’Associazione degli Allievi della SSC prendendo ispirazione da un quadrante del pavimento di Palazzo dell’Università di Catania. Da una parte avrei voluto poter dare anche io un mio contributo, dall’altra parte, essendo iniziative piuttosto belle e arricchenti, non penso neanche sia stato un sforzo così grande rendermi disponibile o sacrificare alcune ore destinate allo studio.

5. Come convinceresti un neo-diplomato a tentare il Concorso di ammissione per la SSC?

La farei semplice: chiunque voglia godere di una formazione full optional, anche a costo di percepire più stress di quanto già l'università non ne generi, dovrebbe assolutamente tentare il Concorso di ammissione (tra l’altro, gratuito) alla Scuola Superiore di Catania.